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Allestimento per negozi: come misurare i risultati

L’allestimento è un aspetto fondamentale di ogni attività commerciale. La disposizione dei prodotti, l’illuminazione, l’arredamento e il design del punto vendita sono tutti elementi che possono influire sull’esperienza d’acquisto dei clienti e sulle vendite.

Ma come si misurano i risultati dell’allestimento per negozi? È possibile capire cosa sta funzionando e su cosa possiamo lavorare per migliorare le vendite?

Questo è proprio ciò di cui parleremo di seguito, fornendo tutti  i consigli utili che gli imprenditori possono considerare per valutare l’efficacia dell’allestimento di ogni attività.

L’importanza della misurazione dei risultati

Misurare l’efficacia dell’allestimento di un negozio è importante per diverse ragioni.

Innanzitutto, permette agli imprenditori di capire se l’allestimento attuale stia funzionando o se ci sono degli elementi che possono essere migliorati.

In secondo luogo, aiuta a identificare le tendenze e le preferenze dei clienti, che possono essere utili per la pianificazione futura dell’allestimento e degli spazi.

Infine, la misurazione dei risultati può aiutare i gestori di ogni punto vendita anche ad identificare i prodotti che stanno vendendo meglio, in modo da poter aggiornare e migliorare l’assortimento di prodotti.

Le metriche da utilizzare

Ci sono diverse metriche che gli imprenditori possono utilizzare per misurare i risultati dell’allestimento per negozi. Ecco alcune delle più importanti:

Vendite totali: la metrica più ovvia da utilizzare è quella delle vendite totali. Questa metrica indica quante vendite sono state effettuate durante un determinato periodo di tempo. Bisognerebbe dunque confrontare le vendite totali prima e dopo il cambio di allestimento del negozio per capire se ci sono state migliorie o peggioramenti.

Vendite per settori: un’altra metrica importante da considerare è quella delle vendite per settori. Questa metrica indica quante vendite sono state effettuate in ogni singola area del negozio, e questo dato può aiutare gli imprenditori a capire se ci sono aree del negozio che non stanno funzionando bene e che potrebbero essere utilizzate meglio.

Conversioni: questa metrica indica quanti clienti hanno effettuato un acquisto rispetto al numero totale di visitatori del negozio. Il numero di conversioni può aiutare gli imprenditori a capire se ci sono problemi con l’allestimento del negozio che impediscono ai clienti di effettuare acquisti.

Tempo medio di permanenza in negozio: il tempo medio di permanenza in indica quanto tempo i clienti trascorrono all’interno del negozio. Questa metrica può aiutare gli imprenditori a capire se gli allestimenti attuali siano in grado di attrarre i clienti e se i clienti stessi stiano trascorrendo abbastanza tempo all’interno del negozio per effettuare acquisti, o se ad esempio risulti essere difficile individuare i prodotti desiderati tra quelli esposti.

Nuovi clienti: questo parametro indica quanti clienti hanno visitato il negozio per la prima volta durante un determinato periodo di tempo. Essere in possesso di questo dato può aiutare a capire se gli allestimenti del negozio sono in grado di attrarre nuovi clienti e se ci sono problemi per i quali i nuovi clienti preferiscono non tornare.

Feedback dei clienti: infine, il feedback dei clienti è un’altra importante metrica da tenere in considerazione. Gli imprenditori potrebbero chiedere ai clienti di fornire un feedback sulla loro esperienza in negozio e sugli allestimenti in generale. Questo feedback può aiutare a capire cosa funziona e cosa non funziona nell’allestimento del punto vendita e a identificare le aree che possono essere migliorate.

Conclusioni

Come è evidente, l’allestimento è un aspetto fondamentale per ogni tipo di attività commerciale, dai piccoli negozi ai grandi franchising.

In alcuni casi è sufficiente passare ad altro tipo di scaffali o espositori per aumentare le vendite (in questo senso vanno attualmente forte gli espositori in cartone, altamente personalizzabili), in altri casi è necessario rivedere il layout del punto vendita e l’organizzazione interna.

A prescindere, misurare l’efficacia dell’allestimento del proprio negozio è importante per capire se ci sono aree che possono essere migliorate e per identificare le tendenze e le preferenze dei clienti.

La metriche a disposizione degli imprenditori consentono proprio di misurare i risultati che l’attuale allestimento è in grado di di raggiungere, oltre a comprendere se sia proprio questo l’aspetto su cui lavorare necessarie per migliorare l’esperienza d’acquisto dei clienti e aumentare le vendite  in negozio.

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Le vasche da bagno per disabili: come scegliere quella giusta

Le vasche da bagno con sportello sono progettate appositamente per facilitare l’accesso in vasca a persone con mobilità ridotta o disabili.

Queste vasche sono dotate di uno sportello che si apre verso l’esterno per permettere all’utente di entrare e uscire dalla vasca in modo sicuro.

Come funzionano le vasche da bagno con sportello per disabili

Le vasche per disabili sono dunque dotate di uno sportello che si apre e si chiude facilmente, permettendo all’utente di entrare e uscire dalla vasca senza doversi chinare o sforzare, nonché sollevare le gambe come avviene per le vasche tradizionali.

Una volta che la persona è entrata nella vasca ed ha preso posto sull’apposita seduta, lo sportello a tenuta stagna può essere chiuso per impedire all’acqua di fuoriuscire.

I vantaggi delle vasche da bagno con sportello per disabili

Le vasche da bagno con sportello offrono parecchi vantaggi per le persone con mobilità ridotta o disabili. Ecco alcuni dei più importanti:

  • Facilità d’uso: le vasche da bagno con sportello per disabili sono facili da usare, poiché lo sportello può essere aperto e chiuso facilmente verso l’esterno. Ciò significa che l’utente può entrare e uscire dalla vasca in modo sicuro e senza sforzo.
  • Sicurezza: le vasche da bagno con sportello per disabili sono progettate per offrire una maggiore sicurezza rispetto alle vasche da bagno tradizionali. Lo sportello impedisce all’acqua di fuoriuscire dalla vasca, prevenendo così eventuali incidenti, e la seduta inclinata evita lo scivolamento in avanti quando la vasca è piena.
  • Comfort: le vasche da bagno con sportello per disabili sono progettate per offrire maggiore comfort durante il bagno. Ad esempio, è possibile avere sedili regolabili e schienali inclinabili per un maggiore comfort durante il bagno, nonché idromassaggio e tutti i benefici della cromoterapia.

Come scegliere la vasca da bagno con sportello per disabili più adatta alle proprie esigenze

Quando si sceglie una vasca da bagno per disabili, è importante considerare alcuni fattori per assicurarsi di trovare la vasca più adatta alle proprie esigenze.

Ecco alcuni consigli per la scelta della vasca giusta:

  • Misure: assicurati che la vasca sia abbastanza grande in relazione all’altezza della persona e che sia sufficientemente agevole entrare ed uscire.
  • Tipo di vasca: esistono diverse tipologie di vasca con sportello sul mercato, sia per quel che riguarda le caratteristiche che la forma. Scegliere quella più adatta alle proprie esigenze è fondamentale.
  • Funzionalità extra: alcune vasche da bagno con sportello per disabili sono dotate di funzionalità extra come sedili regolabili, schienali inclinabili e sistemi di idromassaggio. Valuta se queste funzionalità extra possano essere o meno utili per la persona che utilizzerà la vasca.
  • Prezzo: il prezzo di queste vasche può variare notevolmente. Valuta il budget a disposizione per cercare la vasca più adatta alle tue esigenze. Considera eventualmente che per far diminuire il prezzo, potresti rinunciare a qualche optional che prevedi di utilizzare poco.

Manutenzione e pulizia delle vasche da bagno con sportello per disabili

Per mantenere la vasca da bagno in buone condizioni, è importante seguire alcune pratiche di manutenzione e pulizia regolari.

Ecco alcuni consigli per la manutenzione che ti saranno certamente utili:

  • Pulisci regolarmente lo sportello con un detergente delicato e un panno morbido, per rimuovere eventuali macchie o depositi di calcare.
  • Verifica regolarmente che lo sportello sia in buone condizioni e che si apra e si chiuda correttamente. Se ci sono problemi, contatta un tecnico specializzato per far effettuare una riparazione o sostituzione.
  • Utilizza un detergente per vasche da bagno specifico per rimuovere eventuali macchie o depositi di calcare.
  • Asciuga accuratamente la vasca dopo ogni utilizzo per prevenire la formazione di macchie o depositi di calcare.

Conclusione

Le vasche da bagno con sportello offrono maggiore sicurezza e comfort durante il bagno. Ne esistono diverse tipologie, ciascuna adatta a risolvere differenti esigenze e necessità.

Per individuare la vasca più adatta alle proprie esigenze, è importante considerare le misure, il tipo di sportello, le funzionalità extra ed il prezzo.

Ricorda poi di eseguire periodicamente le pratiche di manutenzione e pulizia, come quella dello sportello con un detergente delicato, per mantenere la vasca sempre in perfetta efficienza.

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Come individuare il condizionatore perfetto per le proprie necessità

Tipicamente, quando arriva il periodo estivo, cominciamo a pensare di acquistare un condizionatore d’aria per rendere più piacevole la temperatura dell’aria in casa. Quel che bisogna tenere in considerazione è la scelta in funzione della potenza necessaria a raffreddare bene l’aria all’interno della stanza in cui pensiamo di installarlo.

È importante fare questo ragionamento perché altrimenti il rischio è quello di fare un acquisto errato andando a scegliere un dispositivo sovradimensionato o sottodimensionato.

Come determinare la potenza di un condizionatore d’aria

La potenza di un condizionatore d’aria è espressa in BTU, che è una unità di misura che va ad indicare la quantità di energia necessaria indispensabile per riuscire ad aumentare la temperatura dell’acqua. Questo parametro è sempre ben visibile sulla confezione di un condizionatore d’aria o sulla sua scheda tecnica, ed è proprio il parametro di riferimento che dobbiamo analizzare per capire quanto quell’apparecchio sia potente.

Per capire di quanti BTU abbiamo bisogno è necessario andare a misurare quanti metri quadrati sia l’ambiente in cui lo vogliamo andare ad installare ed effettuare un semplice calcolo. Basta infatti andare ad effettuare la moltiplicazione della dimensione dell’ambiente per 300.

Nel caso di una stanza da 25 metri quadri ad esempio, viene fuori che abbiamo bisogno di un climatizzatore della potenza di circa 7500 BTU. Questo è un calcolo che ha un margine di errore basso e che consente di effettuare un acquisto mirato.

L’efficienza energetica di un condizionatore

Oltre alla potenza dobbiamo chiaramente considerare la classe energetica, considerando che la A+++ è la più efficiente, dato che proprio da questo parametro dipende buona parte del consumo di energia elettrica. Da questo punto di vista, bisogna ricordare che i moderni condizionatori Mitsubishi sono in assoluto tra i più efficienti e quelli maggiormente in grado di garantire un risparmio energetico consistente a fronte di una resa ottimale.

Tenendo a mente il calcolo della potenza espressa in BTU e l’efficienza energetica di ogni singolo dispositivo sarà davvero facile andare ad individuare il condizionatore perfetto per le nostre necessità.

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Detrazioni, fino al 50% anche per l’acquisto di mobili

C’è tempo sino alla fine del 2017 per avere la possibilità di ottenere detrazioni pari al 50% per gli acquisti di mobili e grandi elettrodomestici. Precisa l’Agenzia delle Entrate sul proprio sito e ci conferma Pedrazzini Arreda, punto vendita cucine a Milano: “Si può usufruire di una detrazione Irpef del 50% per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A+ (A per i forni) destinati ad arredare un immobile oggetto di ristrutturazione”.

Quando e come

Le persone interessate ad accedere alla possibilità di detrazione devono sapere che per ottenerla “è indispensabile realizzare una ristrutturazione edilizia – e usufruire della relativa detrazione (10mila euro massimo di spesa ammessa in detrazione) – sia su singole unità immobiliari residenziali sia su parti comuni di edifici, sempre residenziali”. Tale detrazione è valida anche quando i beni acquistati servono per arredare un ambiente diverso dall’immobile oggetto di intervento edilizio. Però occorre sapere che “Per ottenere il bonus è necessario che la data dell’inizio dei lavori di ristrutturazione preceda quella in cui si acquistano i beni”. L’Agenzia dell’Entrate precisa che non è necessario che le spese di ristrutturazione siano precedenti a quelle dell’acquisto degli arredi: “La data di avvio dei lavori può essere dimostrata da eventuali abilitazioni amministrative, dalla comunicazione preventiva all’Asl, se è obbligatoria”.

Gli interventi necessari

Gli interventi necessari per usufruire della detrazione sono:

– manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia di singoli appartamenti (mentre i lavori di manutenzione ordinaria – tinteggiatura pareti e soffitti, sostituzione di pavimenti o infissi esterni e rifacimento di intonaci interni – non danno diritto al bonus);

– ricostruzione o ripristino di un immobile danneggiato da eventi calamitosi, se è stato dichiarato lo stato di emergenza;

– restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia di interi fabbricati, eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare e da cooperative edilizie che entro 18 mesi dal termine dei lavori vendono o assegnano l’immobile;

– manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia su parti comuni di edifici residenziali.

L’arredo nuovo si può detrarre

Questa possibilità vale per la maggior parte dei mobili nuovi. Una buna occasione per fare un restyling della propria casa, possibilmente scegliendo pezzi di qualità e di design come quelli esposti da Pedrazzini Arreda. La detrazione spetta per mobili nuovi come letti, armadi, cassettiere, librerie, scrivanie, tavoli, sedie, comodini, divani, poltrone, credenze, materassi e apparecchi di illuminazione. La stessa regola vale per gli elettrodomestici nuovi di classe energetica non inferiore alla A+ (A per i forni) secondo quanto rilevabile dall’etichetta energetica. L’acquisto è comunque agevolato per gli elettrodomestici privi di etichetta a condizione che non ne sia stato ancora previsto l’obbligo. Tra le spese da portare in detrazione si possono includere quelle di trasporto e di montaggio.

Quanto si può detrarre

Indipendentemente dall’importo delle spese sostenute per i lavori di ristrutturazione, la detrazione del 50% va calcolata su un importo massimo di 10mila euro riferito, complessivamente, alle spese sostenute per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici.

E come

Per ottenere la detrazione occorre indicare le spese sostenute nella dichiarazione dei redditi (modello 730 o ‘Redditi persone fisiche’): per averla occorre effettuare i pagamenti con bonifico o carta di debito o credito. Non si può pagare con assegni, contanti o altri mezzi. L’acquirente dovrà conservarla ricevuta del bonifico; la ricevuta di avvenuta transazione (per i pagamenti con carta di credito o di debito); la documentazione di addebito sul conto corrente; le fatture di acquisto dei beni e servizi acquistati.

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Gonfiabili per Bambini

Che tu gestisca un asilo nido, che tu abbia in carico un’area giochi, che tu sia il responsabile di un acqua park o di qualsiasi altro tipo di struttura in cui è previsto che i piccoli possano divertirsi, sarai certamente interessato ad ogni tipo di soluzione innovativa e accattivante che possa aiutarti a rendere la tua struttura o play area ancora più bella e attraente per i bambini. In commercio esistono tante soluzioni atte ad abbellire gli spazi dedicati ai più piccoli, ma nessuno di questi è in grado di dare veramente quel valore aggiunto e quel tocco di novità di cui avverti il bisogno. Probabilmente, il motivo di ciò risiede nel fatto che non conosci ancora la qualità e l’innovatività dei prodotti realizzati da Go Leisure. Questa importante realtà del settore produce e commercializza fantastiche soluzioni per arricchire, allestire, decorare e colorare al meglio qualsiasi tipo di spazio dedicato ai bambini, che saranno liberi di divertirsi nella maniera più sfrenata e sempre in grande sicurezza, sia dal punto di vista pratico (cadute, scivolate) che dal punto di vista prettamente qualitativo dei materiali, ignifughi e di prima scelta. Tra i tanti prodotti proposti da Bll Park, vi sono splendidi gonfiabili per bambini, scenografie 3D, gonfiabili acquatici, giochi in plastica, arredi e complementi. Davvero una selezione vasta e articolata di soluzioni, ideali per risolvere qualsiasi necessità di allestimento spazi ludici, che farà in modo questi possano distinguersi per la bellezza e l’innovazione degli elementi e delle attrezzature messe a disposizione dei piccoli. Proprio così, la vostra ludoteca o area giochi sarà presto riconosciuta nell’immaginario dei bimbi, e dei loro genitori, come quel luogo in cui i giochi sono “più belli”, e sarà di conseguenza preferita alle altre strutture vostre concorrenti. E’ possibile contattare Bll Park al numero +390392497489 o inviare una mail a info@go-leisure.com

Acquisti online in Italia: quali sono le principali tendenze?

Nel 2023, secondo i dati Istat, i prezzi al consumo in Italia hanno segnato un aumento medio del +5,7% rispetto all’anno precedente. L’incremento maggiore si è registrato nel comparto alimentare, che ha visto un balzo del  +9,8%. Tutto ciò avviene inoltre in un contesto di crisi energetica, dove anche il rincaro degli energetici continua a influenzare le abitudini di spesa dei consumatori.

Acquisti on line, un’abitudine per gran parte degli utenti web

L’analisi condotta da idealo, portale leader nella comparazione prezzi, rivela che l’85% degli utenti digitali effettua almeno un acquisto online al mese, con il 24% che acquista settimanalmente. Si tratta senza dubbio di un’ulteriore conferma verso gli acquisti online, tendenza che si consolida nel tempo.

Consapevolezza e informazione

Il 47% dei consumatori utilizza lo shopping online per accedere a informazioni dettagliate sui prodotti, favorito dalla comparazione prezzi. Leggere recensioni (39%) e confrontare prodotti (38%) sono oggi prassi comuni. Il fenomeno evidenzia anche la crescente attenzione verso la consapevolezza negli acquisti.

Quanto conta il prezzo sulla scelta?

La ricerca della migliore offerta spinge il 46% dei consumatori a cercare offerte speciali e sconti tramite la comparazione prezzi. Il prezzo influisce sulla scelta dello shop per oltre il 67% degli utenti. Ciò significa che, pur di risparmiare, ci si affida a negozi poco conosciuti rispetto ai brand più noti.  

Il boom del second hand

Il mercato dell’usato registra un aumento del +4% nel 2023, con una forte domanda per prodotti elettronici come cellulari e smartphone (+63%) e notebook usati (+110%). Sempre l”elettronica è la categoria più popolare tra gli utenti dai 45 ai 55 anni, mentre moda e accessori sono i preferiti dai Millennials e dalla Gen Z. Gli acquirenti trenta-quarantenni mostrano invece un forte interesse verso giocattoli e gaming.

Competitività degli e-shop italiani

Gli e-shop italiani offrono opportunità di risparmio paragonabili ai “big players”, con oltre il 58% delle offerte più convenienti nel settore sport e outdoor provenienti da negozi online nazionali. Grazie all’analisi delle intenzioni d’acquisto, i negozianti possono pianificare sconti strategici e ottimizzare le vendite. In un panorama economico e tecnologico in continua evoluzione, la comparazione prezzi si conferma come uno strumento essenziale per i consumatori e i venditori, facilitando scelte consapevoli e opportunità di risparmio.

Google Meet ci fa più belli: arrivano i filtri per le call da PC

Google Meet, il noto servizio di videoconferenza di Google, sta implementando una nuova funzione che farà felici tanti professionisti. Infatti arriverà la possibilità per gli utenti di  migliorare, ma solo leggermente, il proprio aspetto prima di partecipare a una riunione.

Lo scorso anno tale funzione è stata introdotta sui dispositivi mobili; ora è disponibile anche sull’applicazione web di Google Meet, rendendo l’esperienza più facile e accessibile anche per gli utenti che utilizzano il servizio da computer. 

Due opzioni per migliorare

La nuova funzione offre due tipi di filtri: “sottile” e “levigante”. Secondo quanto dichiarato da Google, il filtro sottile apporta lievi miglioramenti alla carnagione, schiarisce le occhiaie e illumina gli occhi, mentre il filtro levigante accentua ulteriormente questi effetti. Insomma,  l’effetto c’è e almeno un po’ si vede.

Ma l’aspetto non cambia drasticamente

A differenza di altre applicazioni come Snapchat, i filtri di Google Meet non modificano drasticamente l’aspetto degli utenti. Dalle immagini fornite, sembra che gli effetti applicati siano piuttosto delicati e quasi impercettibili. L’obiettivo dovrebbe dare l’impressione che l’utente non stia utilizzando alcun filtro.

Queste opzioni di ritocco, riferisce Adnkronos, possono essere facilmente trovate e attivate attraverso le impostazioni di Google Meet, selezionando “Effetti visivi” e poi “Aspetto”. Da qui, è possibile attivare o disattivare il ritocco del ritratto e scegliere il filtro preferito.

Solo con abbonamenti a pagamento 

La funzione di ritocco del ritratto inizia a essere distribuita oggi, ma sarà disponibile solo per gli utenti con un abbonamento a pagamento, inclusi i piani Business Standard, Business Plus, Enterprise Essentials, Enterprise Starter, Enterprise Standard, Enterprise Plus, Education Plus e Teaching & Learning Upgrade. Anche gli abbonati a Google One e Google Workspace Individual avranno accesso ai ritocchi del ritratto.

Migliorare, non stravolgere

Sebbene Google sia arrivata un po’ in ritardo nel campo dei filtri per le videoconferenze rispetto a concorrenti come Zoom e Microsoft Teams, che già consentono di modificare in modo più evidente l’aspetto degli utenti, questa novità potrebbe essere apprezzata da chi cerca soluzioni discrete per presentarsi al meglio nelle videochiamate, senza alterare radicalmente il proprio aspetto naturale.

Come avere un work-life balance soddisfacente? In azienda arriva l’help desk

A quanto riporta l’Ispettorato del Lavoro, nel 2022 in Italia sono state convalidate 61.391 dimissioni di padri e madri (+17,1% rispetto al 2021), la maggior parte rassegnate entro i primi tre anni dalla nascita dei propri figli, e perlopiù da giovani di età compresa tra 29-44 anni (79,4%) e donne (72,8%).

“I dati sottolineano l’importanza di affrontare in modo efficace le sfide legate alla genitorialità sul luogo di lavoro, promuovendo politiche e culture aziendali più inclusive e favorevoli alla famiglia”, commenta Debora Moretti, co-ceo di Zeta Service.
A questo proposito, la società ha aperto uno sportello dedicato alla genitorialità. Si chiama Help Desk Genitorialità, e intende supportare i genitori dando risposte, in particolare, ai problemi burocratici del work-life balance.

Cresce la difficoltà a conciliare lavoro e vita privata 

Di fatto dall’ultimo rapporto realizzato dal Censis emerge che i lavoratori italiani (80%) esprimono il proprio disappunto riguardo il sacrificio degli interessi personali richiesto in passato dal lavoro a discapito del proprio benessere.
E secondo una ricerca pubblicata su People Management nell’ultimo anno il 46% dei genitori ha lasciato il proprio lavoro o sta prendendo in seria considerazione le dimissioni.

La causa viene attribuita a una sempre più accentuata difficoltà nel conciliare lavoro e vita privata (63%). Inoltre, a lasciare il lavoro sono in prevalenza lavoratori in attesa del primo figlio o che hanno un solo figlio.

Lo smartworking è una scelta indispensabile per le aziende

Da un sondaggio al titolo ‘Maternità, Burocrazia e Tempi’, emerge che in azienda oltre la metà delle donne ha trovato difficoltà nel comprendere gli step burocratici relativi, ad esempio, alla richiesta di bonus, presentazione di documentazione, congedo obbligatorio/facoltativo. 
In particolare, 9 donne su 10 vorrebbero ricevere più informazioni, poiché i siti web istituzionali spesso sono poco comprensibili o non esaustivi. Il 40% delle intervistate richiede infatti maggiore chiarezza.

“Noi prevediamo per le mamme, lo smartworking al 100% negli ultimi mesi della gravidanza, e un mese di smartworking al 100% per i papà, oltre l’estensione del congedo di paternità a 20 giorni – spiega Moretti -. Queste iniziative, a mio parere rappresentano per le imprese, piccole o grandi che siano, scelte indispensabili”.

“Le parole chiave sono flessibilità e vicinanza”

“Le parole chiave sono flessibilità e vicinanza – aggiunge Moretti -. L’azienda deve essere realmente interessata a comprendere le necessità delle persone, guardandole e ascoltandole nel loro complesso, in modo da introdurre benefit che possano favorire un migliore work-life balance e avere una maggiore flessibilità, sebbene sia complicato introdurre questo cambiamento di mentalità nel nostro Paese”.

Come si legge nel VI Rapporto Censis-Eudaimon sul welfare aziendale, riferisce Ansa, a oggi infatti in Italia solo il 12,2% degli occupati lavora da remoto, nonostante per più di 8 lavoratori su 10 lo smartworking permetta di conciliare meglio famiglia, vita privata e lavoro.

Retail, salgono gli investimenti nel digitale: nel 2023 a +3,1%

L’innovazione tecnologica occupa una posizione di rilievo nei piani di sviluppo delle aziende del commercio.
Secondo l’Osservatorio Innovazione Digitale nel Retail, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano, gli investimenti in digitale da parte dei principali retailer italiani passa dal 2,5% del fatturato nel 2022 al 3,1% nel 2023.

Sempre nel 2023, in Italia, il valore delle vendite al dettaglio di prodotto totali (online e offline) ha registrato una crescita del +4% rispetto al 2022.
E se il canale online attraversa una fase di assestamento, crescendo a ritmi più moderati rispetto al periodo pandemico, il valore degli acquisti online, nella sola componente di prodotto, ha raggiunto 35 miliardi di euro (+8%).
In ogni caso, l’incidenza dell’online sul totale Retail rimane stabile rispetto al 2022, ed è pari all’11%.

Continua a scendere il numero degli esercizi commerciali

In continuità con il passato, la dinamica del numero di punti vendita è negativa, e il tasso di decrescita del numero di negozi è il più alto mai registrato negli ultimi cinque anni.
A fine 2022 in Italia si contavano 568.933 esercizi commerciali di prodotto, con un calo pari al -2,2% rispetto al 2021 (il tasso medio di crescita annuo 2017-2021 era pari al -1,4%).

A destare maggiore preoccupazione è l’andamento del numero di ristoranti, che per la prima volta negli ultimi anni subisce una contrazione.
A fine 2022 in Italia sono presenti 380.328 ristoranti. Si tratta di un decremento del -0,8% rispetto all’anno precedente (tasso medio 2017-2021 pari al +1,1%).

Ma la strategia di innovazione parte dal negozio fisico

Il negozio però è protagonista delle strategie di innovazione nel Retail. I retailer lavorano per semplificare e rendere autonoma l’esperienza del cliente. I sistemi di digital signage (implementati dal 44% dei top retailer) intercettano l’attenzione del cliente dal suo ingresso in negozio e i chioschi digitali (35%) favoriscono l’esplorazione dell’assortimento e l’approfondimento della conoscenza dei prodotti

Le soluzioni di self scanning (24%) rendono autonomo il cliente nella selezione dei prodotti, e grazie alla connessione con sistemi di self check-out (21%) e innovative payment (18%), aiutano a snellire la fase di pagamento.
I retailer proseguono, inoltre, nel percorso di integrazione online-offline, lavorando sull’adozione di soluzioni (in store e nel back-end) in grado di attivare e/o potenziare i modelli di vendita omnicanale.

Il futuro tra sperimentazione e sostenibilità

Nel 2023 i retailer hanno cercato di comprendere i principali ambiti applicativi dell’AI generativa, ad esempio, attraverso assistenti personali in grado di supportare in tempo reale i clienti e alleggerire il carico dei contact center.

Un altro ambito di sperimentazione deriva dai nuovi modelli di business ‘platform-based, che permettono di generare valore grazie all’interconnessione fra due o più attori del mercato. Come, ad esempio, i marketplace, l’erogazione di nuovi servizi e il Retail Media.
I retailer poi lavorano all’implementazione di progetti in grado di ridurre l’impatto ambientale delle proprie attività, come la trasformazione e il riciclo di scarti aziendali, l’utilizzo di packaging riciclato e l’adozione di veicoli elettrici per le spedizioni.

Lavoro e transizione sostenibile: 30 milioni di posti lavoro green entro il 2030 

È quanto emerge dal report di ManpowerGroup dal titolo ‘Building Competitive Advantage with A People-First Green Business Transformation’, presentato al World Economic Forum di Davos. Il 70% delle aziende globali sta pianificando di assumere lavoratori esperti nei cosiddetti ‘green jobs’, soprattutto nei settori energia e servizi pubblici (81%), IT (77%) e servizi finanziari (75%).

Secondo il report la trasformazione verde delle aziende porterà a un aumento delle opportunità di impiego nell’ambito della sostenibilità, creando fino a 30 milioni di nuovi posti di lavoro nel mondo entro il 2030. Soltanto in Europa, nell’ambito della transizione energetica, saranno oltre 1,7 milioni entro il 2040. Questo, grazie allo sviluppo di molecole verdi, come l’idrogeno e i biocarburanti, 

Il 60% dei professionisti dovrà acquisire nuove competenze 

Tuttavia, la transizione richiederà la riqualificazione e l’aggiornamento del 60% dei professionisti per dotarli delle competenze necessarie a soddisfare la domanda verde. A livello globale, solo 1 lavoratore su 8 possiede più di una competenza ‘green’.

Se l’Italia è tra i Paesi che presentano maggiori carenze di competenze, il 94% dei datori di lavoro a livello globale riconosce di non avere in azienda i professionisti necessari per raggiungere gli obiettivi ESG, e il 75% ha difficoltà a trovare i talenti con le competenze ricercate.
Reperimento di candidati qualificati (44%), creazione di programmi di riqualificazione efficaci (39%) e identificazione di competenze trasferibili (36%) sono i principali ostacoli alla transizione verde.

La maggior parte dei lavoratori è ottimista

A livello settoriale si riscontrano differenze nell’entusiasmo verso la transizione verde. I lavoratori dei comparti IT (75%) e servizi finanziari/immobiliare (74%) sono i più pronti ad accogliere le prossime trasformazioni in ambito sostenibilità. Al contrario, i lavoratori dei settori energia e utility (64%) e trasporti, logistica e automotive (62%) sono meno ottimisti.

In generale, la maggior parte dei lavoratori è ottimista sulla transizione verde. Anche nel valutare un’opportunità di lavoro, le persone analizzano i progressi che le aziende hanno fatto in campo ambientale, più che le promesse.
Si tratta di un fatto positivo per i datori di lavoro che investono nella costruzione di modelli di business più sostenibili.

Le discrepanze tra i lavoratori si notano anche a livello generazionale

Se un terzo (32%) dei GenZ crede che i lavori verdi saranno contraddistinti da una retribuzione più elevata, solo il 14% dei Boomers condivide questo pensiero. Inoltre, il 75% degli appartenenti alla GenZ svolge ricerche sull’impegno delle aziende in ambito sostenibilità, e il 46% afferma che ciò influisce sulla probabilità di scegliere un determinato datore di lavoro.
Inoltre, riporta Italpress, per il 71% dei GenZ e il 60% dei Millennial le iniziative verso un mondo più sostenibile miglioreranno il loro lavoro, rispetto ad appena il 44% dei Boomers.

Le generazioni più giovani intravedono anche maggiori opportunità di sviluppo della propria carriera, con il 35% della Gen Z e il 34% dei Millennial che lo considerano uno dei principali vantaggi della transizione.

Mondo in “subbuglio”: come cambiano i consumi degli italiani? 

L’incertezza geopolitica, economica e la crisi climatica stanno influenzando le scelte di stile di vita e di spesa dei consumatori italiani. Lo rivela l’Ey Future Consumer Index. Cambia anche la scala delle priorità dei nostri connazionali. Ad esempio, al primo posto si colloca il risparmio, seguito dalla salute fisica e mentale e dalla sostenibilità. Il 65% dei consumatori si concentra sull’impatto ambientale dei consumi, con attenzione al riciclo (56%) e al risparmio di acqua (41%).

Questi risultati provengono dalla tredicesima edizione dell’indice, che ha coinvolto oltre 22mila cittadini nel mondo, di cui 500 in Italia.

L’incertezza economica e le nuove priorità

Il 91% dei consumatori italiani è preoccupato per la propria condizione economica, mentre l’81% allarga i timori all’economia del Paese. Le principali ansie riguardano l’aumento dei prezzi di elettricità, gas e acqua (75%) e l’incremento dei costi di beni alimentari e carburanti (73%).

La salute è un tema rilevante, con il 62% che ritiene elevati i costi per un’assistenza sanitaria di qualità. Le incertezze economiche, le pressioni inflazionistiche e il cambiamento climatico spingono i consumatori italiani a modificare stili di vita e modelli di spesa, orientandosi verso comportamenti più oculati e sostenibili.

Risparmio fa rima con sostenibilità

Il risparmio è uno degli obiettivi dei cittadini italiani. Il 76% degli intervistati sarà più cauto nelle spese, mentre il 38% pianifica di trascorrere più tempo a casa per risparmiare. Stefano Vittucci, Consumer Products and Retail Sector leader di Ey in Italia, sottolinea che le tensioni geopolitiche e l’inflazione stanno guidando i consumatori verso azioni più sostenibili.

Ridurre lo spreco alimentare (94%), riparare oggetti anziché sostituirli (75%) e porre attenzione al riciclo (56%) sono tra le risposte messe in atto dai consumatori.

Meno acquisti, più salute

I consumatori tagliano gli acquisti principalmente per risparmiare (75%) e proteggere l’ambiente (43%). Le categorie in cui si prevede di spendere meno includono accessori moda (66%), abbigliamento e calzature (53%), giocattoli e gadget (49%), elettronica di consumo (48%), bellezza e cosmesi (47%), mobili per la casa (43%) e automobili (40%).

Dopo le preoccupazioni economiche, la salute fisica e mentale è la seconda priorità dei consumatori. Lo stress legato alla situazione economica induce una maggiore attenzione alla salute personale, con il 67% che sarà più consapevole monitorando la salute mentale attraverso app o dispositivi smart (43%).

Il ruolo delle aziende

Anche se le aziende rispondono con prodotti più sani e sostenibili, i prezzi elevati restano un deterrente (62%). Il 59% dei consumatori chiede trasparenza e informazioni precise. Anche i governi sono chiamati in causa: devono svolgere un ruolo chiave per un futuro sostenibile, secondo l’82% dei consumatori, affiancando le aziende in questo o processo.

Sui social non esiste solo “una” Generazione Z

Lo ha scoperto Webboh Lab, con il suo primo Osservatorio digitale permanente dedicato alla Gen Z, creato insieme all’istituto di Ricerca Sylla: nonostante i media tendano a semplificare e sintetizzare, in realtà, non esiste una unica Generazione Z. Dalla ricerca emerge infatti che la Gen Z non è un monolite, anche nel suo rapporto con i social. 

Sono 24mila i ragazzi, tra 12 e 20 anni, che hanno partecipato all’indagine, e i risultati del report hanno consentito di profilare cinque atteggiamenti diversi dei giovani utenti riguardo ai social network.
Il primo, denominato Meme Maestro (40%), considera i social media una forma d’intrattenimento, come meme e video virali. Questo profilo condivide aspetti della propria vita e interessi, e si collega con i suoi coetanei per trarre ispirazione riguardo ai prodotti di tendenza.

Dal Creative Explorer al Like Lover 

Creative Explorer (18%), il secondo profilo più diffuso, utilizza i social media come una piattaforma per esprimere la propria creatività attraverso foto, scrittura e arte.
È composto da giovani a cui piace esplorare e approfondire i propri interessi, ma anche scoprire nuovi argomenti, condividere informazioni, promuovendo cause sociali e cercando aiuto e supporto.

Il terzo, quello dei Like Lover (17%), corrisponde a chi è appassionato di social media e cerca gratificazioni attraverso i feedback positivi, come i like e i commenti.
I giovani appartenenti a questo profilo utilizzano i social come una fuga dalla routine quotidiana, seguendo e contattando i propri idoli e creator preferiti per sentirsi parte di un mondo diverso.

Gli entusiasti Social Soul e i sognatori Digital Dreamer

Quello dei Social Soul (14%) è il profilo del giovane social media enthusiast che sfrutta principalmente le piattaforme per instaurare relazioni e conoscere nuove persone, maa anche per avere consigli e scoprire nuove passioni. Mentre Digital Dreamer (11%) è il profilo che racchiude gli aspetti di tutti i profili precedenti, e rappresenta quei giovani che utilizzano i social media come una piattaforma per esplorare e vivere un’identità online diversa dalla realtà.

Senza i social più noia, ma anche più sport

Dai risultati della survey viene anche sfatato il mito che i teenager si sentano soli senza i social.
In una scala da 1 (per niente) a 10 (massimo), il punteggio medio attribuito al ‘timore della solitudine’ è stato solo di 4,3, ed è uno degli ultimi marker per importanza tra quelli considerati.

I punteggi più alti, riporta Ansa, li hanno ottenuti ‘Mi annoierei’ e ‘Farei più sport’.
Altro dato interessante, è che senza i social la Gen Z sentirebbe la mancanza principalmente di WhatsApp, Instagram, TikTok e YouTube, mentre non soffrirebbe l’assenza di Facebook, ultimo dietro Twitch, Discord e X, a testimonianza della necessità forte di restare in contatto con i propri amici.

Buoni propositi digitali: quali sono i “desideri” del 2024?

Nuovo anno, nuovi buoni propositi. Ma digitali. Sì, perchè nel 2024 l’attenzione verso la salute digitale assume una rilevanza maggiore dato che la tecnologia ha un ruolo sempre più centrale nella vita quotidiana. Secondo una ricerca condotta da Kaspersky, più della metà degli italiani ha deciso di adottare nuove abitudini digital per l’anno appena iniziato.

Modificare le proprie abitudini online

Cosa si intende per “buoni propositi digitali”? In estrema sintesi, è l’impegno a modificare le proprie abitudini online e a preservare la privacy in rete, considerando il crescente tempo trascorso connessi. I dati più recenti rivelano che il 58% degli italiani sta inserendo un “buon proposito digitale” tra i suoi obiettivi per l’anno in corso, evidenziando un notevole aumento rispetto al 43% registrato nel 2023, con un tasso di mantenimento dell’83%.

Digital detox per iniziare l’anno

I principali “buoni propositi digitali” per il 2024 includono un periodo di “digital detox” per ridurre il tempo trascorso davanti allo schermo (20%), l’adozione di password più sicure (15%), l’utilizzo di Internet per migliorare il proprio reddito (10%), la maggiore attenzione ai link aperti (10%), e l’impegno a non addormentarsi con lo smartphone (9%).

A livello internazionale, i “buoni propositi digitali” sono diffusi soprattutto  in Italia (58%) e Spagna (60%), seguiti dai Paesi Bassi (43%), Germania (42%), Regno Unito (39%) e Francia (35%). In Italia, gli uomini (64%) mostrano un maggiore interesse rispetto alle donne (51%), mentre i più giovani (72% della Generazione Z) superano in impegno i più anziani (49% dei Baby Boomer).

Password più sicure e backup più frequenti

Nell’ambito della privacy digitale e delle abitudini online nel 2024, le priorità globali includono l’adozione di password più sicure, una migliore gestione delle e-mail e l’esecuzione di più backup. In Italia, gli intervistati si impegnano anche a effettuare scansioni antivirus più frequenti (13%) e a modificare le impostazioni dei cookie (11%).

Il 13% degli intervistati italiani ha dichiarato l’intenzione di incontrare fisicamente persone anziché online, sia per riunioni di lavoro che per incontri con amici e parenti. Un altro 13% ha promesso di essere più presente durante il tempo trascorso in famiglia, evitando l’uso eccessivo dello smartphone, mentre l’11% ha l’intenzione di controllare meno frequentemente i social media.

Obiettivo mindfulness

La mindfulness assume un ruolo sempre più significativo nella vita quotidiana, con il 10% che aumenterà l’uso di app per il benessere, come tracker per il fitness e il sonno o guide per la meditazione. Il 9% ha deciso di smettere di seguire su social media persone e gruppi che non contribuiscono al proprio benessere emotivo.

Democrazia: un sistema che non soddisfa più?

Dal mondo arrivano segnali preoccupanti sui livelli di soddisfazione delle democrazie da parte dei cittadini, resiste però un forte attaccamento ai principi fondamentali dei sistemi democratici.
A eccezione della Svezia, dove il 58% di cittadini si dichiara soddisfatto, in tutti i Paesi la quota di soddisfatti oscilla tra il 19% (Croazia) e il 34% (Polonia). L’Italia registra un 24% di soddisfatti a fronte di un 51% di insoddisfatti.
Solo una minoranza di cittadini è quindi soddisfatta per il modo in cui la democrazia funziona nel Paese di residenza. 

Lo attesta un’indagine condotta da Ipsos in Croazia, Francia, Italia, Polonia, Regno Unito, Stati Uniti, Svezia.
Ancor più preoccupante è il dato sulla tendenza percepita dai cittadini. Solo una minoranza, dal 5% dei francesi al 23% dei polacchi, considera il funzionamento della democrazia migliorato negli ultimi cinque anni, mentre il peggioramento è percepito dal 61% dei britannici, il 70% degli americani e il 73% dei francesi.

In Italia prevale l’ingiustizia 

Il cattivo stato di salute delle democrazie occidentali è certificato da molti altri elementi: la percezione della propria capacità di influenzare i processi decisionali, la rappresentatività delle istituzioni, la capacità del governo di raggiungere risultati nell’interesse di tutti.

Siamo come avvolti in un clima di profonda disillusione e sfiducia. Per quasi 3 italiani su 4 il sistema economico funziona a beneficio dei ricchi e i potenti, e per il 54% la politica non fa che rafforzare quest’ingiustizia, mettendo gli interessi di chi è già avvantaggiato sopra quelli della gente comune.

Opzione “leaderistica”? Bocciata

I principi democratici di fondo però ‘resistono’. In tutti i Paesi prevale l’idea che l’essenza della politica, e il compito dei leader politici, sia la ricerca del compromesso piuttosto che l’imposizione di una visione di parte.

Viene quindi chiaramente bocciata l’opzione ‘leaderistica’. Non è nel rafforzamento del potere dei capi di stato o governo la chiave per risolvere i problemi.
Nonostante la tendenza, registrata un po’ ovunque, a una crescita dell’astensionismo, la maggioranza degli intervistati in tutti i Paesi continua a essere convinta che andare a votare sia ancora utile.

Ripartire dall’idea di una democrazia di prossimità

In quasi tutti i Paesi prevale la quota di cittadini soddisfatti per il funzionamento della democrazia quando si parla di comuni, città o comunità locali.
In Italia si raggiunge un sostanziale pareggio: 37% di soddisfatti contro 38% di insoddisfatti.
È quindi forse proprio dall’idea di una ‘democrazia di prossimità’ e inclusiva che occorre ripartire.

Un cambiamento radicale è necessario per migliorare il funzionamento dei sistemi politici, ma la richiesta non è di un maggior decisionismo verticale.
Secondo i cittadini, partecipazione, ascolto, coinvolgimento e rappresentanza sono i grandi assenti nel gioco democratico odierno.
Sono questi gli elementi da recuperare per rinsaldare i due pilastri fondamentali dei sistemi democratici, rappresentatività e capacità di produrre decisioni nell’interesse collettivo.

Frodi creditizie: nel primo semestre 2023 oltre 83 milioni di danni, +14,2%

È quanto emerge dall’Osservatorio CRIF – Mister Credit sulle Frodi Creditizie in Italia: nei primi sei mesi del 2023 si stima un danno complessivo superiore a 83 milioni di euro, +14,2% rispetto al medesimo periodo del 2022.
Nel primo semestre 2023 i casi di frode creditizia da furto d’identità salgono a oltre 17.100 (+10,8%), e aumenta del +3,1% anche l’importo medio frodato (4.845 euro).

La tipologia di prodotto maggiormente coinvolta continua a essere il prestito finalizzato (37,9%, +4,8%), e gli under 30 continua a essere la fascia d’età più colpita. A livello territoriale, più frodate Lombardia, Campania e Sicilia.

Carte di credito, +22,1%

Aumentano i casi di frode che interessano le carte di credito (+22,1%), circa il 12% del totale dei casi registrati nel periodo considerato. Si registra invece un calo considerevole per il credito revolving, oggi solo il 5,7% dei casi (-73%).
Inversione di tendenza per i prestiti personali, che registrano un notevole incremento (+61,2%), con una quota pari al 18,3% del totale dei casi stimati. Continua poi l’ascesa dei casi di frode sui mutui, che registrano un incremento del +17,7%.
Si evidenzia poi la crescita di una nuova tipologia di frode. Comparsa lo scorso anno, è relativa alla dilazione di pagamento per l’acquisto di beni o servizi. La quota di casi che riguardano questa nuova forma di credito, seppure ancora piccola rispetto al totale (2,8%), è più che triplicata rispetto al I semestre 2022.

Viaggi e intrattenimento le categorie a maggiore incidenza

Più che raddoppiati i casi di frode creditizia con un importo tra 3.001 e 5.000 euro (+112,4%, 10% del totale), in aumento le frodi con importi tra 10.001 e 20.000 euro, e in calo i casi di importi inferiore a 3.000 euro (-22,1%).
L’acquisto di elettrodomestici resta la tipologia di frode maggiormente diffusa (34,6%, -36,1%), seguita da auto-moto (16,5%, +34%), consumi/abbigliamento/lusso (9,4%), elettronica/informatica/telefonia (8%). Seguono, le spese per immobili/ristrutturazione (7,9%), arredamento (7,8%), e salute (6%).

In aumento  le frodi finanziarie/assicurative (7,7%), fenomeno riconducibile all’utilizzo sempre più frequente della rateizzazione delle polizze.
Per quanto riguarda la tipologia di bene in rapporto all’erogato, le categorie a maggiore incidenza sono viaggi/intrattenimento, costumi/abbigliamento/lusso, finanziarie/assicurazioni ed elettrodomestici.

Carta d’identità vera o falsa la più utilizzata 

Nello 0,08% dei casi risulta utilizzato un codice fiscale apparentemente regolare ma inesistente, quindi mai rilasciato dall’Agenzia delle Entrate. Viene poi confermato l’utilizzo preponderante della carta di identità come documento identificativo (83,1% del totale, +1,3%). A seguire, patente (15,1%), e passaporto (1,3%).
L’1,46% dei documenti presentati in fase di identificazione anagrafica è una carta di identità contraffatta, oppure valida ma non riconducibile al soggetto, mentre per le patenti questo dato arriva al 2,93%.
I tempi di scoperta delle frodi sono poi sempre più polarizzati: entro 12 mesi (+24,8%) o dopo 3, 4, 5 anni (+33,7%). Ma l’incremento maggiore è tra 2 e 3 anni (+49,2%).